Cento passi


Si racconta che tra i Greci quel famoso Ateniese, Temistocle, fu di una saggezza e di una intelligenza incredibilmente grandi; si dice che a lui si avvicinò un uomo dotto e particolarmente colto e gli promise che (gli) avrebbe insegnato l’arte della memoria, che allora per la prima volta veniva divulgata; avendo(gli) egli domandato che cosa mai quell’arte potesse fare, quel dotto rispose che (quell’arte avrebbe fatto in modo che) ricordasse tutto; e Temistocle replicò a lui che gli avrebbe fatto cosa più gradita se (gli) avesse insegnato a dimenticare ciò che voleva, che se (gli avesse insegnato) a ricordare.

Al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca hanno sicuramente letto il De oratore di Cicerone. Il MIUR ha infatto cancellato la traccia di storia da quelle che verranno sottoposte agli studenti maturandi il prossimo giugno. E’ la conclusione di un processo di marginalizzazione della storia nel curriculum scolastico che era iniziata con la riduzione delle ore d’insegnamento negli istituti professionali. Ed è un passaggio quasi inevitabile nella società liquida di cui parla Zygmunt Bauman, in una società che ha sostituito il consumo e l’apparenza alla lentezza e alla fatica dell’attenzione e dell’essere. 

La crisi che stiamo vivendo, il primato del contenitore, dei media, sul contenuto, sul messaggio, il populismo, Renzi, Di Maio, Salvini, Trump, si spiegano anche in tal modo, con la sostituzione del WEB ai libri. IL WEB è, si, un contenitore di storie, ma manca d’un filtro che sia capace di riassumere un contenuto che possa farsi storia. A quel filtro sono indispensabili i libri. 

Mi figlio ha compiuto quindici anni. A quindici anni io collezionavo I Grandi Enigmi della De Agostini, ero innamorato di Kennedy e Mandela, e finivo con lo scrivere un tema su Abu Abbas, fondatore del Fronte per la Liberazione della Palestina, e responsabile del dirottamento dell’Achille lauro e dell’assassinio di Leon Klinghoffer, cittadino statunitense paralitico e di fede ebraica. A quindici anni si sbaglia. E si sbaglia anche a cinquant’anni. I libri non sono una garanzia di giudizio, non sono sufficienti alla saggezza, ma ti cambiano la vita.

Mio figlio ha compiuto quindici anni, quindici anni che sono volati. I figli sono anche l’orologio della propria stanchezza, quasi un presagio di quello scandalo che è la morte. E, scommetto, nel mio ultimo istante di vita ricorderò non solo questa foto, che è un po’ la foto del mio giardino d’inverno, ma anche quello che l’ha resa possibile, che me la fa sentire come se quell’estate fosse appena ieri, il Big Bang, la Snowball Earth, il Capitano Nemo sotto i ghiacci dell’Artico, Baudolino, e il Prete Gianni in viaggio con un pastore errante dell’Asia, Lucy e le orme di Laetoli da cui quel viaggio era cominciato, le mie Resurrezioni, ed un viaggio verso l’Infinito.



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